Parkinson: Origine nell’Intestino

di | 11 Gennaio 2017

foto by Internet – Parkinson

Articolo di Stefano Passarelli, pubblicato su la Stampa.it in data 09/01/2017.

Titoli, Evidenziature, Inserimento Link dello Studio Originale, Riferimenti e Commento Finale di Paolo Cavacece

STUDIO USA CONDOTTO DA RICERCATORI DEL CALIFORNIA INSTITUTE OF TECHNOLOGY MOSTRA LEGAME BIOLOGICO TRA MALATTIA E MICROBIOTA INTESTINALE
La causa del morbo di Parkinson potrebbe non risiedere nel cervello, quanto nell’intestino. Alcuni batteri intestinali sembrano infatti giocare un ruolo chiave nell’accumulo di quelle proteine «deformi» che innescano la morte dei neuroni dopaminergici e la conseguente comparsa dei disordini motori.

TITOLO DELLO STUDIO: GUT MICROBIOTA REGULATE MOTOR DEFICITS AND NEUROINFLAMMATION IN A MODEL OF PARKINSON’S DISEASE
Ad avanzare questa ipotesi è una nuova Ricerca statunitense condotta da ricercatori del California Institute of Technology, pubblicata sulla rivista Cell. «Abbiamo scoperto per la prima volta un legame biologico tra la malattia di Parkinson e il microbiota intestinale. Più in generale, questa ricerca rivela che un disturbo neurodegenerativo può avere origine dall’intestino, non solo dal cervello come si pensava in precedenza. La scoperta che alcune modificazioni nel microbiota possono essere coinvolte nella malattia di Parkinson rappresenta un cambio di paradigma e apre nuove possibilità per il trattamento dei pazienti», ha commentato l’autore dello studio Sarkis Mazmanian del California Institute of Technology, già autore di numerosi studi internazionali sul microbiota.

SONO ALCUNI BATTERI CHE INNESCANO LA MALATTIA
Da anni è nota l’influenza dei batteri intestinali in un crescente numero di disturbi che coinvolgono la sfera cognitiva, come ansia, depressione e disturbi dello spettro autistico. È inoltre noto che i pazienti colpiti da malattia di Parkinson hanno un quadro alterato del microbiota intestinale e tendono a soffrire di disturbi gastrointestinali già da diversi anni prima dell’insorgenza del morbo.

LA RICERCA
Alla luce di queste evidenze, Mazmanian e i colleghi del Caltech hanno preso in esame dei topi geneticamente modificati e portatori di una malattia neurodegenerativa simile al Parkinson e li hanno fatti crescere in un ambiente sterile, oppure in un ambiente a normale presenza di batteri.

Come risultato, i topi cresciuti in ambiente sterile mostravano meno deficit motori e un minor accumulo di aggregati proteici nel cervello correlati ai disturbi del movimento rispetto agli altri. Se sottoposti a trattamento antibiotico, inoltre, i topi ammalati mostravano un chiaro miglioramento delle abilità motorie, mentre i topi cresciuti in ambiente sterile mostravano un peggioramento dei sintomi quando erano sottoposti a trattamento a base di acidi grassi a catena corta (solitamente presenti in misura ridotta nei pazienti con malattia di Parkinson) o quando ricevevano un trapianto di feci provenienti da pazienti affetti da morbo di Parkinson.

CONCLUSIONE
Secondo i ricercatori, questi risultati presi insieme suggeriscono che i batteri intestinali possono favorire il peggioramento dei sintomi nei soggetti predisposti alla malattia, creando un ambiente favorevole all’accumulo cerebrale di proteine legate allo sviluppo del morbo di Parkinson.

PROBIOTICI E PREBIOTICI, IL FUTURO DEI TRATTAMENTI?
Lo studio potrebbe quindi aprire nuove importanti prospettive di cura contro la seconda malattia neurodegenerativa più diffusa al mondo, anche attraverso l’utilizzo terapeutico di Probiotici e Prebiotici per alleviare i sintomi.

Il prossimo passo dei ricercatori sarà quello di identificare batteri «buoni» e «cattivi», e studiare target terapeutici verso cui indirizzare le nuove cure.

«Proprio come qualsiasi altro processo di scoperta di nuovi farmaci, portare questo lavoro innovativo dagli animali agli esseri umani richiederà anni – ha dichiarato Mazmanian. Ma questo è un primo importante passo avanti verso il nostro obiettivo a lungo termine di sfruttare le profonde conoscenze che abbiamo acquisito sulla connessione intestino-cervello per aiutare ad alleggerire il peso clinico, economico e sociale della malattia di Parkinson».

COMMENTO
Ancora Niente di Nuovo per chi Promuove la Health Science, cioè la Vis Medicatrix Naturae, mettere il Corpo nella Condizione Ideale di Curarsi e Rigenerarsi da Solo e siccome tutte le Malattie, come si sa, partono da Problemi Cronicizzati dell’Intestino (Infiammazioni), risulta Conseguente la Compromissione del Microbiota Intestinale.

PROBIOTICI, PREBIOTICI, FRUTTA E VERDURA
Probiotici (Yogurt, Kefir, Tè Kombucha, Tempeh, Miso, Crauti e Verdure Fermentate, etc..) e Prebiotici Naturali (Banane soprattutto, poi Noci, Cereali Integrali, Legumi, etc..) possono anche andare bene ma è Importante iniziare una Pulizia dell’Intero Apparato Digerente a base di Estratti di Frutta e Verdura (Carote, Sedano, Ananas, Zenzero e/o Curcuma o Peperoncino o Cannella o Curry, etc..), magari dopo aver effettato un Digiuno di 3 Giorni con la Dieta della Limonata, per completare l’Espulsione delle Tossine.

Durante il giorno Aggiungerei a quanto su detto Amarene, Fragole, Porri, Crocifere (tutti i Cavoli, Rapa, Ravanello, Rucola, etc..) Cicoria, Asparagi, Carciofi .. Verdure Crude e Zuppe Condite anche con Miso Scuro Non Pastorizzato.

CLISTERI E COLAZIONE
Praticarei anche Clisteri a base di Caffè per Disintossicare il Fegato e subito dopo una Colazione a base di Yogurt Etico Biodinamico (Probiotico) con Miele (Antibiotico e Antinfiammatorio) e Banana (Prebiotico) per Ripristinare il Benefico Microbiota Originale.

SOLE E CAMMINATE
Completarei il quadro con tanto Sole (Vitamina D) più Scoperti possibile e molto Movimento (Passeggiate possibilmente immersi nella Natura) con Respirazioni Profonde Ritmate a Intervalli Regolari. Così mi comporterei.

Paolo Cavacece